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Héstia 

Nel ciclo Héstia Francesca Rossi focalizza l’attenzione sull’idea di corpo non svelato, seguendo con l’obiettivo la forma anatomica del soggetto fotografato. La sensualità del corpo della modella ben si presta all’indagine della fotografa la quale realizza fotografie non provocanti e volgari, ma intriganti.


Le fotografie imprigionano frammenti di un corpo bianco avvolto nelle ombre scure che lo ricoprono e lo rendono irriconoscibile. Gli spettatori scivolano su una pelle che accoglie, trattiene e respinge la luce. La scelta di Francesca Rossi di non rendere riconoscibile la modella attraverso i suoi scatti è da lei perseguita per rendere i fruitori allo stesso tempo osservatori e possibili soggetti ritratti.


Héstia, dea greca del focolare, è raramente rappresentata da pittori e scultori con sembianze umane in quanto non ha un aspetto esteriore caratteristico. La dea è inoltre rappresentata con il volto coperto che la rende difficilmente riconoscibile, caratteristica che avvicina la figura divina alla modella ritratta dalla fotografa in un continuo rimando alla statuaria greca

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