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Boris Mikhailov - il fotografo ribelle

Boris Mikhailov classe 1938 di origine ucraina non accettava le regole imposte dal regime sovietico.

Ha raccontato il corpo e la nudità, ha prodotto visioni che ridicolizzavano il regime, ha ritratto l'architettura imponente diventata simbolo di disfatta, le parate ufficiali del Partito Comunista mescolandole con immagini di strada e momenti tratti dal quotidiano.

Temi che affronta fin dagli albori della sua ricerca negli anni Sessanta attraverso diversi linguaggi che rende propri dal ritaglio delle immagini fotografiche agli inserti pittorici sulle foto dall'interazione di immagini e testi a stile documentario.

Boris Mikhailov dopo la caduta dell'Unione Sovietica si sente libero di raccontare la disintegrazione sociale sia in termini di strutture comunitarie e condizioni di vita sia di ripercussioni sulla coscienza dei singoli.

Negli ultimi cinquant'anni la sua fotografia si è trasformata ed è rappresentazione dell'identità contemporanea nella sua frammentazione tra inclusione ed esclusione, progresso e emarginazione. La sua recente fotografia è documentazione della storia dell'Ucraina, fatta di povertà e insicurezza.


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